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LIBERE DI SCEGLIERE LIBERE DI AMARE
Dopo la legge sulla fecondità assistita, ci troviamo di fronte ad un ulteriore attacco alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza:il Pdl 3 un vergognoso progetto di legge regionale promosso dal movimento per la vita, che autorizza l’attività di organizzazioni confessionali ed antiabortiste nei consultori, sale d’aspetto e atri degli ospedali e nei reparti di ginecologia e ostetricia.
Questa legge è già stata approvata dalla quinta commissione consigliare a Luglio e verrà rivotata dal Consiglio Regionale il 1 Dicembre 2006.Hanno votato a favore il centrodestra, con l’eccezione di una consigliera di Forza Italia, e la Margherita.
La legge è composta da tre articoli: il primo si focalizza sulla questione della pubblicità e prevede che in ogni consultorio, reparto di ginecologia ed ostetricia, sale d’aspetto e atri degli ospedali venga esposto ben in vista il materiale informativo dei movimenti ed associazioni antiabortiste.
Il secondo articolo riguarda la divulgazione e prevede che questi movimenti offrano il loro servizio nei luoghi sopracitati.
Il terzo ed ultimo articolo prevede sanzioni per chi dovesse intralciare o negare l’operato di queste associazioni.
Nella relazione che precede questi tre articoli viene utilizzato quasi sempre il termine “mamma” anziché donna.Questo termine è molto riduttivo e offensivo:infatti si riduce la donna ad apparato procreativo senza tenere conto di come la donna sia innanzitutto donna e non necessariamente madre.
Sempre in questa introduzione vengono spiegati i motivi per i quali è stata proposta questa legge.Il movimento per la vita sostiene che da parte delle strutture pubbliche non ci sia sufficiente informazione riguardo alle alternative all’aborto; sottolinea inoltre come il Veneto sia la regione italiana con più interruzioni volontarie di gravidanza effettuate. In realtà queste informazioni sono parzialmente false come ci dimostra il fatto che, con l’entrata in vigore della 194 e con il lavoro di informazione svolto dai consultori, gli aborti in Italia siano calati del 43%.Se scorporiamo poi i dati adeguatamente, troviamo un calo delle ivg del 6% in Veneto per quanto riguarda le donne italiane: fanno mantenere i dati molto alti le donne immigrate che abortiscono tre volte di più di quelle italiane.Questo dato ci porta dunque ad una situazione più complessa che meriterebbe un’analisi più approfondita.
Inoltre nella legge non viene mai specificato che tipo di formazione debbano avere questi volontari per svolgere la loro attività.Dunque le donne si troveranno ad interloquire con persone non competenti in materia socio-sanitaria e pertanto la discussione sull’aborto verrà affrontata da un punto di vista ideologico.
Così facendo la salute della donna viene messa in secondo piano per dare spazio alla propaganda religiosa.
Tutto questo rappresenta un grave attacco alla laicità dello Stato e all’autodeterminazione della donna. Questi volontari si arrogano il diritto di essere portatori dell’unica vera morale.
Come donne crediamo che questa legge sia inaccettabile: una donna che si trova nella difficile condizione di un possibile aborto non ha certo bisogno di prediche moraliste ma di appoggio e vera informazione.
Crediamo, inoltre, che per diminuire le interruzioni volontarie di gravidanza serva più prevenzione, quindi più informazione sui metodi contraccettivi:solo così le donne saranno più consapevoli del loro corpo e della loro sessualità.

Martina e Ludmi

This entry was posted on 12.19.2007 and is filed under . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response.