Che cosa significa vivere il mondo attraverso il nostro essere donna?
Ognuna di noi si è posta questo interrogativo più e più volte cercando una risposta. Da qui è nato il nostro bisogno di condividere con altre i nostri vissuti, le nostre sensazioni, emozioni, dubbi, in un lavoro che è contemporaneamente individuale e collettivo.
Innanzitutto essere donna significa essere corpo. Quindi percepire e sentire il mondo proprio attraverso questa corporeità che da sempre ci appartiene e di cui spesso non siamo del tutto consapevoli.
Da questa condizione è sorto un profondo desiderio di conoscere noi stesse attraverso il confronto con le altre.
Un lavoro politico, di riflessione e condivisione di esperienze che, grazie ad un intreccio di oralità e scrittura, si è sviluppato in un gruppo di autocoscienza.
Cercando di superare l’imbarazzo, i tabù, la vergogna (che anche questa cultura ci impone) abbiamo cominciato a raccontarci, comprendendo che solo nell’esporci conosciamo noi stesse. Nel momento stesso in cui ci si rivela, inevitabilmente si nascondono altre cose. Evidentemente il rivelarsi agli altri altro non è che un ri-velarsi (ovvero nascondersi di nuovo).
Questo percorso, che presuppone “il partire da sé”, ci costringe a fare i conti con la nostra fragilità come condizione ontologica. Proprio questa pratica, per quanto difficile, dà voce alla nostra voglia di libertà nel parlare, scrivere e conoscere il nostro corpo.
Collettivo universitario donne benazir
This entry was posted on 12.26.2007 and is filed under documento. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response.
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