Benazir Daniela

Quando la più anziana era mestruata tutte le donne del villaggio lasciavano i loro mariti e le loro case per ritrovarsi insieme. Chiacchieravano e ridevano forte.
Erano tutte intorno al fuoco, la più vecchia prese la parola.
Lei era una bambina durante l’ultima guerra per la conquista del potere... sono passati così tanti anni... disse quasi fra sè e sè. Solo poche di voi ricorderanno...
Le donne più anziane annuirono.
Ciclicamente alcuni uomini lottano uno contro l’altro per avere il comando dell’intero villaggio. Era diventato un rito che però non smetteva di mietere vittime. Il più forte primeggiava e si stava in pace finchè lui e i suoi eredi riuscivano a mantenere l’ordine.
Lei era un bambina sveglia e piena di curiosità. Chiese a sua madre come mai di queste battaglie. La madre era una donna di poche parole, pochi si accorgevano di quanto fosse saggia. Le disse: Noi non c’entriamo con queste cose, noi ne siamo fuori. Lei non capiva, ma era un gran sollievo sapere che ne era fuori.
“Può tornare una di queste guerre?” Interruppe spaventata una delle più giovani. “Può darsi” e riprese a raccontare.
La sua infanzia venne segnata profondamente da questa guerra, ma non mancò di sviluppare un’intelligenza acuta e sottile. Divenne una ragazza piena di vitalità.
Gli anni passarono, la guerra finì... giunse anche per Lei il tempo di prender marito. Era un gran da fare: ogni sera prima del tramonto Lei con la sua famiglia incontrava le famiglie dei possibili futuri sposi. Inizialmente non capiva tanto fervore, ma, a poco a poco,cominciò a divertirsi anche Lei. Non c’è niente di meglio che cercar marito pensò, i vestiti la stringevano, ma tutti le dicevano che era tanto bella. Così, cerca qui cerca là, anche lei si sposò. Sono proprio fortunata, si diceva, me lo dicono tutti.
La vita matrimoniale non fu esattamente come l’avevano dipinta.
Nei primi tempi, tutte le mattine, si ripeteva davanti allo specchio: sono proprio fortunata. Poi, a lungo andare, neanche Lei si ricordava più il perchè, smise di dirlo.
Lui era un brav’uomo, forse un pò noioso. I giorni trascorrevano tranquilli, uno dietro l’altro.
Un giorno salì su un tram. Era vecchio, un pò malandato e affollatissimo. La musica risuonava festosa intervallata dalle grida di un ragazzetto, panciuto e felice, che, ora chiedeva i soldi del biglietto, ora urlava la fermata. Lei era seduta su una poltroncina sgualcita. Tornava dal mercato, era un pò stanca e frastornata dal troppo caldo. Vicino a Lei era seduta una donna. Cominciarono a parlare intensamente tanto da dimenticarsi della loro fermata. Così scesero al capolinea e camminarono insieme, ma si scordarono di rincasare in tempo.
La sera, a casa, il marito le rimproverò il ritardo. Lei stava per dirgli della sua nuova amicizia, ma tacque.
Lei e l’Altra cominciarono a frequentarsi, andavano insieme al mercato e passavano ore a chiacchierare di loro. Spesso capitava che non tornassero a casa la notte, dormivano insieme in riva al mare. Si scambiavano lettere e parole d’amore e d’amicizia.
Il marito tollerò la nuova relazione della moglie finchè non turbava l’ordine famigliare. Col passare del tempo Lei era sempre meno presente nella vita di lui; capitava che non gli preparasse la cena o che non gli facesse il bucato.
Lui non capiva. Voi cosa siete? domandava con insistenza. Amanti o amiche? Chi è marito, chi è moglie?
Non ho parole per dirlo rispondeva Lei. Eppure aveva un gran desiderio di dire, sentiva che solo parlando qualcosa di quella felicità si sarebbe salvato, anche solo un piccolo frammento. Ma non trovava parole, non ci sono parole per noi diceva all’Altra, le inventeremo rispondeva.
Il tempo trascorse, lei era felice e il marito continuava a non capire.
Un giorno l’Altra si ammalò di polmonite, nel giro di poco morì. Lei rimase al suo capezzale fino all’ultimo. Prima di morire le regalò un ciondolo di ametista e le disse: Continua a inventare parole per noi.
Pianse per sette giorni e sette notti.
Poi ricominciò a vivere per trovare parole, le avrebbe cercate da ogni parte, in ogni angolo, in ogni buco.
La donna anziana fece un sospiro. Una le domando: “E il marito?” Era lì, non capiva, non l’aveva mai vista così, non era cattivo però.
“Chi è Lei?” chiese un’altra.
Benazir.
“Chi?” ripetè.
La narratrice si alzò un pò impacciata, era stanca, e dal seno le cadde un ciondolo di ametista.

Daniela

This entry was posted on 12.26.2007 and is filed under . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response.